Nella Mia Ora Di Libertà

Fabrizio De André

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di respirare la stessa aria di un secondino non mi va perciò ho deciso di rinunciare alla mia ora di libertà se c’è qualcosa da spartire tra il prigioniero e il suo piantone che non sia l’aria di quel cortile voglio soltanto che sia prigione che non sia l’aria di quel cortile voglio soltanto che sia prigione è cominciata un’ora prima un’ora dopo era già finita e ho visto gente venire sola e poi insieme verso l’uscita non mi aspettavo un vostro errore uomini e donne di tribunale                         se fossi stato al vostro posto ma al vostro posto non ci so stare se fossi stato al vostro posto ma al vostro posto non ci so stare fuori dall’aula sulla strada ma in mezzo al fuori anche fuori di la ho chiesto meglio della mia faccia una polemica di dignità tante le grinte le ghigne i musi vagli a spiegare che è primavera e poi lo sanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera e poi lo sanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera tante le grinte le ghigne i musi poche le Fcce tra loro lei si sta chiedendotutto in un giorno si suggerisce ci giurerei quel che dirà di me alla gente quel che dirà ve lo dico io da un pò di tempo era un pò cambiato ma non nel dirmi amore mio da un pò di tempo era un pò cambiato ma non nel dirmi amore mio certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto certo più umano che dia il motto della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni da non riuscire più a  capire che non ci sono poteri buoni adesso imparo un sacco di cose in mezzo agli altri vestiti uguali tranne qual’è il crimine giusto per non passare da criminali ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame di respirare la stessa aria     dei secondini non ci va abbiamo deciso di imprigionarli durante l’ora di libertà venite adesso alla prigione ad ascoltare sulla porta la nostra ultima canzone che vi ripete un’altra volta per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti

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La chanson évoque la lutte intérieure d'un prisonnier face à son quotidien et la contradiction entre la liberté ressentie dans l'esprit et les chaînes de l'enfermement physique. Il refuse de partager l'air de la prison avec le personnel qui le surveille, révélant une profonde révolte contre la situation injuste dans laquelle il se trouve. Le texte aborde également la désillusion vis-à-vis de la justice, soulignant que les véritables criminals sont parfois ceux qui détiennent le pouvoir. Dans ce contexte, l’artiste remet en question la perception de la justice et de la morale, en affirmant que souvent, les choix entre le bien et le mal sont teintés d'une hypocrisie sournoise. L'idée se dégage que l'on apprend à survivre dans un système corrompu, où même les actes de survie peuvent être considérés comme des délits selon des normes douteuses.